Colon irritabile: un po’ di scienza

colon irritabile

Sindrome del colon irritabile

Il “Colon irritabile”, o più propriamente sindrome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome – IBS), è sia molto diffuso che potenzialmente debilitante, specie se non gestito

E’ caratterizzato da più disturbi intestinali di tipo cronico che interessano in particolare il colon, porzione del “grande intestino”. Nel linguaggio comune e nei decenni passati potreste averlo anche sentito chiamare colite spastica, colite nervosa, colon spastico, colite mucosa.

Colon irritabile? Una sindrome ad ampio spettro

Sotto “colon irritabile” in quanto sindrome (…termine usato in medicina  per condizioni definite sulla base di  più sintomi o segni  e le cui cause sono spesso poco chiare ) possiamo mettere una vasta gamma sintomatologica che può variare molto da individuo a individuo

Ciononostante si può senz’altro affermare che nel colon irritabile i sintomi/fastidi più diffusi siano rappresentati sicuramente da gonfiore e dolore addominale (che tende spesso a migliorare, ma talvolta a peggiorare, dopo l’evacuazione)

A questi in genere si associa anche diarrea, stipsi o un mix di queste tendenze, cioè un cambiamento del numero delle volte che la persona va in bagno (in più o in meno rispetto alla norma) e un cambiamento della forma e dell’ aspetto delle feci stesse (che possono cambiare di consistenza anche da  un giorno all’ altro , o nello stesso giorno, o andare “a periodi”)

Epidemiologia: colon irritabile nella frenesia occidentale

I disturbi addominali costituiscono un problema, talvolta molto importante, per una buona parte della popolazione

Molto spesso in questa parte del mondo si seguono ritmi di vita frenetici, si consumano pasti poco salutari e bilanciati assunti di corsa tra un impegno e l’altro: tutti fattori che di certo non aiutano la funzionalità dei vari organi e apparati dell’organismo che si trova costretto a lavorare in fretta per rispondere a richieste continue e allo stress quotidiano, provenienti dall’ambiente esterno

L’IBS interessa il 15-20% (circa una persona su cinque) della popolazione dei “Paesi sviluppati” e ha un’incidenza annua (nuovi casi in un anno) dell’1-2% con maggiore prevalenza tra i 20-50 anni.

Particolarmente diffusa in America Centrale e del Sud, è invece meno frequente nel Sud Est asiatico

Questione da donne?

Le donne hanno una maggiore propensione a sviluppare l’intestino irritabile tanto da essere praticamente il doppio degli uomini.

Colon/intestino irritato vs colon/intestino infiammato

L’IBS è pericolosa?

E’ bene non confondere “intestino irritabile” (dall’inglese Irritable Bowel Syndrome  come abbiamo visto) e “malattie infiammatorie intestinali” (Inflammatory Bowel Diseases – IBD), come ad es. morbo di Crohn e colite ulcerosa che comportano rischi ben maggiori come, ad esempio, il sanguinamento, l’ostruzione intestinale  e un maggior rischio di sviluppare  tumore al colon retto che sono invece da escludere nel caso del “colon irritabile” in quanto tale. Almeno su questo dunque potete stare tranquilli

“Solo” un disturbo funzionale gastrointestinale

Le malattie infiammatorie appena dette infatti comportano un’alterazione anatomica mentre l’IBS (cioè il “colon irritabile”) è “un disturbo funzionale” ovvero l’intestino

  • presenta dei comportamenti anomali o restituisce sensazioni anomale alla persona anche in presenza di comportamenti normali
  • a livello di anatomia non presenta alcuna anomalia

Cause, meccanismi …e l’apporto dell’Asse cervello-intestino

Nonostante lo si studi ormai da oltre un secolo, le cause ultime restano un punto di domanda: le spiegazioni più accreditate spingono a credere che sia presente una comunicazione “anomala” tra cervello  e fibre nervose/ muscoli intestinali (questi ultimi sono preposti al transito del cibo digerito)

Le precise cause della sindrome dell’intestino irritabile, come detto, sono ignote. Tuttavia la ricerca ha comunque evidenziato degli aspetti importanti

Si mescolano cause psico-sociali, cognitive, emotive, biologiche (predisposizione individuale, alterazioni della motilità intestinale, della sensibilità viscerale, flora batterica ed infezioni intestinali)   che sono variamente presenti nel singolo individuo  (si veda dopo)

Nel determinare e perpetuare la presenza dei sintomi possono giocare anche un ruolo intolleranze ed allergie alimentari, l’utilizzo cronico di farmaci (come anti-infiammatori, antibiotici ) e lo stress

Asse cervello-intestino (Brain-gut Axis)

L’intestino, diversamente dai muscoli dello scheletro,  ha nel suo interno numerose cellule nervose tra loro connesse  e per questo motivo  viene anche detto “secondo cervello” ed è in costante comunicazione con il cervello vero e proprio . E’ questa la ragione per cui  molti stress si riverberano nell’intestino e viceversa condizioni di alterata funzione nell’intestino si possono trasmettere al  primo cervello

Cerchiamo anzitutto di comprendere il funzionamento del colon: il contenuto intestinale arriva a questo allo stato liquido  dall’intestino tenue. Scopo del colon è riassorbire parte importante della componente liquida e dei sali minerali e solo dopo procedere all’espulsione di quelle che ormai saranno diventate “feci”

Il colon, non diversamente da tutto il tubo digerente, è dotato di  un proprio Sistema Nervoso autonomo  (è il Sistema Nervoso Enterico) e del più sviluppato  sistema immunitario dell’organismo. Questi svolgono  insieme  vari compiti:

  • regolazione della permeabilità della parete che divide il lume intestinale dai vasi sanguigni  e che consente il riassorbimento della componente liquida che passa nel colon
  • azione di difesa immunitaria distinguendo le sostanze nocive che giungono con gli alimenti e innescando funzioni protettive e di espulsione di queste se necessario
  • Sia il sistema nervoso enterico che quello immunitario producono sostanze (trasmettitori) che inviano  messaggi tra cellule nervose  e cellule immunitarie  così regolando, in stretta relazione tra loro e con il primo cervello, la motilità, la sensibilità e la difesa immunitaria  del colon.

E’ di interesse notare che la serotonina (un trasmettitore del sistema nervoso),  strettamente legata al normale funzionamento gastroenterico, si trova al 95% nell’apparato digerente e al 5% nel cervello.

Nelle persone con IBS sono state riscontrate  alterazioni  del livello della  serotonina e/ o dei suoi recettori  con effetti sulla contrattilità muscolare intestinale e sulla sensibilità al dolore

Sei spiegazioni

Per quanto riguarda le cause dell’IBS  sei meccanismi  sono stati  maggiormente avvalorati

1) alterazione della motilità
In condizioni di normalità  le cellule muscolari della parete intestinale  si contraggono armonicamente  (la cosiddetta peristalsi) per rendere possibile transito e avanzamento del  contenuto (cibo e secrezioni) in fase di digestione

La scienza oggi ci dice che in presenza di IBS si hanno o contrazioni troppo forti e di durata troppo lunga oppure di contrazioni troppo deboli.
Le prime portano ad avere  feci  non formate/liquide  e diarrea mentre le seconde feci dure e secche e  stipsi

2)  iperalgesia viscerale (ipersensibilità agli stimoli sensoriali ):

Questa comporta due aspetti tipici dell’IBS:

  • che la persona percepisca in modo molto “definito” la propria motilità intestinale (un fenomeno che invece non dovrebbe essere avvertito in condizioni normali
  • che abbia una notevole sensibilità viscerale agli stimoli sensoriali

La scienza ha eseguito test che verifichino la soglia del dolore ad esempio attraverso la distensione di una sonda a palloncino sia nel retto-sigma che nel piccolo intestino: le persone con IBS provano dolore a volumi decisamente inferiori rispetto alla popolazione normale
Inoltre si è visto che chi ha IBS percepisce dolore non solo dove la sonda materialmente è posta, ma anche in regioni della cute addominale anatomicamente lontane: questo avviene perché le terminazioni nervose che veicolano il dolore nell’intestino passano per  alcuni centri nervosi del midollo spinale,  dove giungono  anche  terminazioni preposte al dolore cutaneo addominale. Questo porta nella persona con IBS non alla percezione di un dolore localizzato ma invece diffuso e persino posto in superficie rispetto allo stimolo

3) la psiche: su questo punto la scienza più che avere trovato un legame causale ultimo ha verificato una presenza costante di quelle che sono associazioni tra  condizioni
Nello specifico: chi soffre di disturbi psicologici più facilmente va incontro a sofferenza cronica; chi a causa di patologie croniche (e a maggior ragione nei casi di IBS, sindrome sottodiagnosticata e spesso mal diagnosticata dal personale sanitario) è alla continua ricerca di terapie, è immerso comprensibilmente con più facilità in stati depressivi, panico, ansia e timori sul suo reale stato di salute che si traducono anche in forme di ipocondria; un “cattivo” dialogo nell’Asse Cervello-Intestino coincide con l’inizio dei disturbi dell’apparato digerente in oltre 1 persona su 4
Non è ancora chiaro se gli stadi psicologici inducano l’IBS o viceversa o se siano concause

4) stress

5) disbiosi  ovvero un’alterazione del microbiota che si riscontra nella grande maggioranza dei pazienti con IBS  e che può essere ulteriormente sostenuta da  assunzione di  antibiotici e da   infezioni intercorrenti

6) squilibri dei neurotrasmettitori o ormonali (Specie per le donne, per via del ciclo mestruale)

Fattori di rischio: i “triggers”
Cosa innesca nel tempo i sintomi del colon irritabile

Diverse indagini cliniche mostrano che è frequente che i sintomi dell’IBS giungano in determinate situazioni ovvero quando sono presenti determinati “stimoli” (triggers nel linguaggio inglese scientifico)

Nello specifico:

  • mangiare alcuni cibi. Alcune persone hanno sintomi da IBS ad esempio con cioccolata, cavolo, cavolfiore, caffè, tè, spezie, frutta, piselli, cibi grassi ,  broccoli, latte, bevande zuccherate , sostanze alcoliche
  • malattie infettive del tratto gastrointestinale (sindrome dell’intestino irritabile post-infettiva): una precedente gastroenterite (virale o batterica) in cui sono spesso presenti determinate caratteristiche (una certa durata dell’infezione, alcune tipologie di germe infettante, l’essere donna, giovane d’età e l’assenza di vomito durante l’infezione).
    Le cellule enteroendocrine, presenti nella mucosa del colon, si occupano, tra le altre cose, di produzione di serotonina agendo quindi su motilità, vascolarizzazione e risposta immunitaria. Nei casi di intestino irritabile post-infettivo vi è un aumento di linfociti e proprio di cellule enteroendocrine: si capisce dunque bene perché tali cellule sembrino responsabili della ipermotilità e  quindi di diarrea cronicizzata
  • SIBO (sindrome da proliferazione batterica intestinale) : la Sibo consiste in una crescita anomala (almeno10 volte superiore al normale) di batteri nel piccolo intestino, anomala anche in quanto va tenuto presente che in media la maggior parte dei batteri sono presenti nel grande intestino (colon retto) cioè nel tratto intestinale successivo.
    Questi batteri possono essere sia di tipo “simbiotico” (batteri dunque sempre presenti ma nella Sibo presenti in soprannumero) che di tipo normalmente non presente. La Sibo produce vari sintomi (diarrea, pancia gonfia, dolore, difficoltà digestive, …) di cui alcuni proprio tipici dell’intestino irritabile e di altri patologie addominali

  • lo stress sembra essere in grado non solo come detto poco avanti di causare la prima insorgenza di intestino irritabile ma spesso coincide anche con le acutizzazioni sintomatologiche negli anni