Colon irritabile: sintomi e rimedi

Colon irritabile sintomi

Sintomi e diagnosi

L’intestino irritabile comporta un peggioramento della qualità della vita e nel 60% dei casi anche affaticamento e debolezza

L’IBS è sì cronico ma in media non è costante: ha piuttosto un andamento fluttuante con riacutizzazioni legate a eventi stressanti, vuoi fisici vuoi socioambientali

I sintomi tipici dell’intestino irritabile: dolore e crampi all’addome, gonfiore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo e muco nelle feci (di qui anche l’antica terminologia “colite mucosa”)

Chi soffre di colon irritabile spesso presenta sintomi anche di dolore pelvico cronico, mal di schiena, insonnia, debolezza, cefalea, dolore temporo-mandibolare, fibromialgia, emicrania, ansia, depressione, cistite, problemi della sfera sessuale, disturbi di personalità. Oltre a questo l’IBS si correla anche con altri disordini funzionali – motori del tratto digestivo (dispepsia funzionale, reflusso gastroesofageo, …).

Giungere alla diagnosi di intestino irritabile è  spesso un percorso lungo e complesso nel tempo in quanto non esiste un test specifico e i sintomi sono “aspecifici” (cioè sono presenti in molte patologie anche differenti dall’intestino irritabile)

Quindi la diagnosi passa attraverso l’analisi dei sintomi che, come detto, da un lato debbono esser presenti dall’altro non devono essere presenti patologie organiche che li causino (questo metodo diagnostico è detto “di esclusione”)

Esistono dei criteri diagnostici internazionali , i “criteri di Roma IV” che prevedono che tutti i seguenti punti siano rispettati già da almeno due mesi prima della diagnosi e che in assenza di fattori di rischio o d’allarme (vedi poco più sotto) permettono di porre la diagnosi di IBS su base essenzialmente clinica senza necessità di eseguire una completa diagnosi d’esclusione con indagini invasive , limitandosi di solito a prescrivere poche analisi di laboratorio generali e per  escludere alterazioni ormonali tiroidee e la malattia celiaca, due condizioni che alterano la funzione intestinale molto frequenti nella popolazione italiana.

  • Il dolore addominale deve essere almeno di 4 giorni al mese nei 2 ultimi mesi associato con uno o più dei seguenti requisiti
  1. migliora o peggiora con l’evacuazione
  2. una variazione nella frequenza d’evacuazione
  3. una variazione nella forma delle feci
  • Nei bambini con dolore addominale e stipsi, il dolore non si risolve ponendo fine alla stipsi (nei bambini in cui si risolve la diagnosi è stipsi funzionale, non IBS)
  • dopo appropriata valutazione i sintomi non possono essere spiegati a pieno con altra condizione medica

Esistono poi sintomi “di allarme” che se presenti rendono la diagnosi di IBS meno probabile e fanno propendere per patologie diverse e talvolta più serie. Alcuni esempi: dolore che non migliora dopo l’evacuazione, insorgenza dei sintomi dopo i 50 anni di età, un forte dimagrimento, febbre, anemia, sangue nelle feci

In questi casi è opportuno  fare ulteriori esami come ad esempio la colonscopia

Anche importante è escludere la presenza di allergie alimentari o intolleranza al lattosio: per quest’ultimo si può eseguire  il test del respiro (breath test) al lattosio.

Cura, terapia, trattamenti e rimedi

Spesso chi soffre di “colon irritabile” lascia passare troppo tempo prima di consultare un medico; inoltre circa il 70 % non riceve alcuna cura per i problemi che vive

Nonostante non sia ancora nota una terapia specifica si può agire sui sintomi in molti modi ed è per questo che la terapia si definisce “sintomatica”: l’approccio terapeutico all’IBS tratta spesso i sintomi riferiti dal paziente  e in media incoraggia a limitare lo stress e a modificare la dieta. L’IBS può durare anni e come tale richiedere trattamenti prolungati

Le terapie possono agire in varie direzioni. Si parte di base da un’educazione alimentare (indicando alimenti utili o meno) e miglioramenti dello stile di vita uniti ad un’attività fisica calibrata.

Proprio per tutto quanto detto sull’asse cervello-intestino (brain-gut axis) è comunque evidente che se si riesce ad agire positivamente sugli influssi che la psiche ha sull’intestino si hanno risvolti positivi per ragioni che il profano potrebbe credere “spirituali” ma che in realtà sono gli effetti di risposte di neurotrasmettitori e quindi su base  chimica  tramite il sistema nervoso.

E’ anche per questa ragione che le “terapie complementari” sono accreditate e non prive di una loro efficacia. Approcci come tecniche di rilassamento, terapie cognitivo comportamentale, ipnosi  e agopuntura sono dunque dotati di senso

Dieta Low-FODMAP: cosa è alimentazione sana nell’intestino irritabile

Un’alimentazione sana  è senz’altro un’alimentazione in grado di migliorare la nostra qualità di vita, tuttavia gli effetti di una dieta dipendono, in particolare  nelle persone con colon irritabile, dalla capacità di digerire  ed assorbire gli alimenti che varia con il sesso, l’età, da persona a persona, da Paese a Paese, …

E parimenti quindi in qualche modo cambia anche ciò che è “adatto ovvero sano” per la singola persona

Il risvolto di questo concetto è molto importante: non esiste tanto o solo un concetto di “alimentazione sana” in sé quanto quello che siamo in grado di gestire noi come singoli individui con il nostro apparato digerente a maggior ragione in un determinato momento della nostra vita: sicuri che quello che non dà indigestione o ipertensione a 15 anni a 40 anni non crei problemi?

Le persone con intestino irritabile poi nello specifico hanno caratteristiche precipue e pressoché individuali, anche se esiste attualmente un indirizzo prevalente. In generale (si legga dopo “Dieta per colite cronica”) infatti va tenuto presente che dal 2016 la medicina (e la British Dietetic Association conferma) indica come prima indicazione terapeutica per la Sindrome dell’Intestino Irritabile la Dieta Low-FODMAP

La Dieta Low-FODMAP, Dieta a basso contenuto di Fodmap, per raggiungere livelli di efficienza seri dovrebbe esser calibrata sulla singola persona/paziente da un dietista con competenze gastroenterologiche

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Dieta per “colite cronica”: cibi da evitare, …

Una volta compreso – in base all’esperienza del professionista e ai Criteri di Roma su detti – che si è di fronte a IBS, viene redatta una “dieta ideale” che renda più lievi i sintomi e riduca le fasi acute

Gli alimenti “problematici” differiscono da caso a caso anche in base alla sensibilità individuale a certi cibi: esistono comunque delle linee guida su alimenti permessi e da evitare.

Una dieta corretta riesce realmente a far notevolmente regredire i sintomi e la qualità della vita della persona evidentemente se ne giova

Per indicare cosa sia meglio consumare, è necessario individuare il sintomo prevalente (stitichezza, diarrea, gonfiore, etc…)

Nella maggior parte dei casi comunque i sintomi diventeranno più gestibili

  1. seguendo una dieta calibrata
  2. imparando a gestire lo stress
  3. e, quando necessario, ricorrendo a specifici integratori e farmaci

E’ comunque poi in media utile bere almeno un litro e mezzo di acqua/die , fare regolarmente attività fisica, cercare di non modificare il momento dell’evacuazione nella giornata. Di grande utilità è assumere la quantità di fibre giornaliere in funzione del tipo di IBS

…oppure comprendi meglio i principali sintomi dell’intestino irritabile